Il Duomo di Prato è uno degli esempi più significativi di romanico-gotico in Italia e Basilica minore dal luglio del 1996. Si tratta di un romanico in stile pisano sorto dalla ricostruzione dell'antica pieve di Santo Stefano del quinto secolo e che andò sviluppandosi progressivamente fino al 1211 quando i lavori furono terminati.
Duomo di Prato con il Campanile e il Pulpito di Donatello |
"M'affaccio alla finestra e, sporgendomi un pò di lato, m'appare la fronte marmorea del Duomo, a strisce bianche e verdi, il pergamo di Michelozzo e Donatello, appeso come un nido all'angolo della facciata, e il bel campanile che servì da modello al campanile di Giotto, ma più di quello è semplice, snello e schietto: di pietra tagliata, di buona e liscia pietra pratese".(Curzio Malaparte, Maledetti Toscani).”
LA FACCIATA: UN CAPOLAVORO DEL RINASCIMENTO
La facciata del Duomo di Prato, venne realizzata a partire dal 1386 su disegno di Lorenzo di Filippo, capomastro del Duomo di Firenze. Oltre al pulpito esterno, è caratterizzata dalla presenza della lunetta di Andrea della Robbia (Madonna col Bambimo tra i Santi Stefano e Lorenzo del 1489) in ceramica sopra il portale di ingresso e dall'utilizzo in alternanza del marmo verde - serpentino del Monteferrato. La facciata attuale sostituì la facciata precedente eseguita agli inizi del XIII secolo da mastro Guidetto, architetto della facciata del Duomo di Lucca, ed è stata sovrapposta a quella romanica.Ingresso Duomo di Prato: spazio che intercorre tra la nuova e la vecchia facciata |
IL PULPITO ESTERNO DI DONATELLO E MICHELOZZO
Il famoso pulpito di Donatello venne invece costruito nel 1428 e fu progettato da Donatello e Michelozzo. Il 14 luglio del 1428, Michelozzo, architetto ufficiale di Cosimo il Vecchio, insieme al suo socio Donatello, si impegnò ad eseguire il pergamo per la facciata del Duomo pensandolo appositamente per l' ostensione della sacra cintola, cerimonia che si ripete 5 volte all'anno (Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, 8 settembre, 25 dicembre). I lavori vennero terminati solo dieci anni più tardi.CAMPANILE: 177 SCALINI PER UNA VISTA SPETTACOLARE SULLA CITTA'
Se la facciata del Duomo di Prato colpisce per la sua linearità, il campanile non è da meno. La struttura, iniziata nella seconda metà del 1100, è composta da marmo verde e da alberese e fu terminato solo nella metà del '300. Serviva da campanile anche per l'antica chiesa. 177 scalini conducono a una visuale panoramica su tutta la città.
Il chiostro è l'anticamera per l'ingresso al Museo dell'Opera del Duomo dove sono custodite le formelle originali con i putti del Pulpito.
Il chiostro è l'anticamera per l'ingresso al Museo dell'Opera del Duomo dove sono custodite le formelle originali con i putti del Pulpito.
INTERNO: UN GIOIELLO DEL RINASCIMENTO
L'interno del Duomo di Prato comprende i meravigliosi affreschi di Filippo Lippi con la Danza di Salomè, capolavoro del Rinascimento e la storia del Sacro Cingolo di Agnolo Gaddi, e altri pittori protagonisti del passaggio definitivo dal medioevo al Rinascimento come Paolo Uccello e il Ghirlandaio.
La pianta del Duomo di Prato è composta da una croce latina a tre navate divise da due eleganti colonnati in serpentino di Prato.
La pianta del Duomo di Prato è composta da una croce latina a tre navate divise da due eleganti colonnati in serpentino di Prato.
LE CAPPELLE: SCRIGNI DI FEDE E ARTE
La Cappella del Sacro Cingolo alla sinistra, subito dopo l'ingresso al Duomo, fu interamente dipinta da Agnolo Gaddi, discepolo di Giotto, rappresentando tutta la vita della Vergine e la storie della Cintola che la portarono a Prato. E' qui che è custodita la reliquia, dopo il tentativo di furto di Musciattino nel 1312. Sopra l'altare della Cappella, spicca per bellezza la statuetta in marmo di una Madonna con bambino, vero capolavoro di Giovanni Pisano.Nel transetto, sulla destra, il Duomo ospita un capolavoro di Benedetto da Maiano, il Tabernacolo della Madonna dell'Ulivo, che fino alla fine dell'800 si trovava in un loro podere fuori dalle mura e che è oggi chiamato ancora la Madonna dell'Ulivo.
La prima Cappella a sinistra dell'altare maggiore è la Cappella Manassei con affreschi della scuola di Agnolo Gaddi che ritraggono storie di Santa Margherita e San Giacomo.
La Cappella successiva è quella Inghirami che prende il nome dalla tomba del mercante pratese Filippo Inghirami, l'opera è di Bernardo Rossellino mentre sopra la porta di accesso alla sagrestia troviamo il monumento funebre a Carlo dei Medici di Vincenzo Danti (1566).
Carlo dei Medici, figlio illegittimo di Cosimo il Vecchio, fu infatti preposto di Prato per tre anni e morì nel 1492. Oltre la Cappella Maggiore affrescata con i capolavori di Filippo Lippi, troviamo la Cappella dell'Assunta affrescata con i bellissimi colori da Paolo Uccello e che racconta le storie della Vergine e Santo Stefano, patrono della città. La Cappella Vinaccesi, la seconda a destra dall'altare è affrescata dal pittore pratese Alessandro Franchi tra il 1873 e il 1876.
Bibliografia: Il bel Prato - Renzo Fantappiè, Il Duomo di Prato - Virginia Barni, Prato e Provincia, I tesori della Città, Montalbano, Val di Bisenzio. Guide d'Italia (Touring).