Nella zona di Santa Lucia a Prato, lungo la pista ciclabile che conduce fino a La Briglia, si può scorgere il Cavalciotto, un sistema di sbarramento idrico.
Fin dal Medioevo, il Cavalciotto consentiva la deviazione delle acque del fiume Bisenzio e la creazione del sistema di gore (corsi d'acqua) verso la piana su cui poi venne installata una serie innumerevole di mulini.
Perfino Galileo Galilei, nel 1630 il celebre scienziato e Matematico fu chiamato in causa dal Granduca a partecipare ad un sopralluogo presso il fiume Bisenzio. In una lunga lettera a Raffaello Staccoli del 1631, Galileo propone di liberare il letto del fiume dai depositi, principale motivo delle sue inondazioni.
E’ dalle acque di fiume a regime torrentizio come il Bisenzio che nasce la ricchezza di Prato: dalla pescaia del Cavalciotto il fiume veniva deviato in 4 gore favorendo lo sviluppo di mulini e di tintorie.
Dal cavalciotto sono partiti i 55.000 metri di gore scavate a forza di pala e di piccone che rappresentano un’ incredibile opera dell’uomo.
Come afferma il Repetti "La Pescaia fu costruita nel 1840 dal cav. Leonetti - Gianni per condurre le acque del fiume ad una fabbrica fatta da lui edificare...".