Ai piedi delle "tre gobbe" del Monteferrato, dove anticamente si prelevava il serpentino o "marmo verde"per costruire le principali chiese toscane, incontriamo la frazione di Figline di Prato.
Le tre gobbe del Monteferrato e la Cava di Marmo Verde di Prato |
Figline di Prato, situata a 116 metri sopra il livello del mare, è anticamente abitata e legata alla produzione della terracotta. Il borgo fu incendiato e assaltato dalle truppe di Pistoia e Montemurlo nel 1329 e l’economia locale fino al novecento si è basata sulle fornaci, l’estrazione del serpentino e del granitone.
In epoca medievale Figline si è sviluppata intorno alla Pieve di San Pietro in stile romanico e ampliata nel XIII e nel XVI secolo.
La Pieve di Figline |
All’interno della piccola chiesa troviamo un museo di arte sacra realizzato nel 1973 e nelle vicinanze, ci possiamo imbattere in uno stupefacente tabernacolo di Agnolo Gaddi pittore fiorentino della seconda metà del trecento. Profondamente influenzato da Giotto, Gaddi non è fra i più famosi pittori dell'epoca, anche se in vita ebbe un gran successo: suoi i dipinti in Santa Croce a Firenze, nella cappella del sacro cingolo a Prato nel Duomo e a Palazzo Datini.
Il gigantesco tabernacolo di Agnolo Gaddi |
Il tabernacolo di Figline, di dimensioni notevoli e realizzato nel 1390, raffigura Sant'Anna e una Madonna con bambino, l'annunciazione e i Santi ed è posizionato in prossimità della Pieve di San Pietro, in direzione dell'antica via medievale per Bologna.
Il borgo di Figline fu spiacevole protagonista nella seconda guerra mondiale: 29 partigiani appartenenti alla brigata Buricchi furono impiccati. Solo due riuscirono a salvarsi Santino Grassi e Romano Villani dopo che un bombardamento alleato aveva creato scompiglio fra i tedeschi durante l’operazione.
In memoria dei 29 martiri di Figline ancora oggi sono state conservate le travi dove furono impiccati e le stesse corde. A Figline troviamo anche il museo della deportazione.