Una sfilata storica attraversa le vie del paese con circa 40 figuranti in costumi storici dell’Epoca dei Conti Bardi, signori di Vernio.
La festa termina nella piazza con la distribuzione gratuita di pastasciutta condita con sugo di tonno, nel rispetto dell'astinenza e della vigilia tipiche della Quaresima cristiana. La festa continua fino al calare della sera tra scherzi, suoni, canti e balli.
Il compito di tramandare la tradizione era riservato alla singolare Compagnia dell'Aringa. Infatti, nei giorni precedenti il Carnevale, un gruppo di persone mascherate nei modi più strampalati e di cui uno teneva una canna in mano dalla quale penzolava un'aringa, passava di casa in casa a raccogliere offerte (sia in denaro sia in natura) per allestire la festa.
Nel gruppo c'era anche una specie di sedia gestatoria sulla quale veniva fatto salire chi fosse stato visto o trovato intento nel lavoro dei campi.
Anche oggi la sedia gestatoria continua a far parte del corteggio infatti, il giorno del “Carnevalino”, viene portata in sfilata con sopra un fantoccio di carta, che rappresenta il Re Carnevale, ed al quale viene dato fuoco al termine della festa come segno di buon auspicio per il raccolto dell'anno in corso.
Il gruppo, costituitosi agli inizi degli anni '70, intende revocare le vicende così ricche di storia legate al passato di S. Ippolito.