di Alberto Bonaiuti
Ero indeciso se scrivere o meno di Cristoforo Ceffini. Le motivazioni vanno ricercate nella vita del personaggio, ma anche su come noi lettori del 2000, consideriamo le cose degne di un racconto o biografia. Alla fine, visto anche il coinvolgimento dell’ASP (Archivio Storico Pratese) e la totale mancanza di notizie sulla rete, ho deciso di scrivere una brevissima biografia sul pratese in questione.
L’obiettivo primario è quello di far conoscere a studenti e appassionati di storia locale e non, l’esistenza presso il nostro Archivio, di libri e documenti assolutamente indispensabili ed esaurienti per tutti i tipi di ricerche storiche; il lavoro del Ceffini rientra senz'altro tra questi.
Un avvenimento lontano nel tempo sembra non toccarci troppo da vicino, ma quando un testimone ci racconta minuziosamente il fatto, la mente sembra rivivere quei momenti; belli o brutti che siano. Siamo nel 1629, l’Italia è colpita per l’ennesima volta da un’epidemia di peste; il Manzoni la ricorda nel suo libro i “Promessi Sposi” croce e delizia del nostro passato e presente di studenti.
Prato, al pari di molte città italiane, fu colpita dal morbo; i morti furono 1236. A raccontarci i dettagli della pestilenza nella nostra città, è Cristoforo Ceffini, amministratore delle finanze del Comune di Prato e passato poi all’incarico di Provveditore alla Sanità durante la crisi del 1629-1630.
Il pratese annotò tutto nel suo Libro della Sanità, che Giampiero Guarducci in Prato Storia e Arte descrive così: "...uno dei quadri più completi e attendibili fra tutti quelli che descrivono una città assediata da quella peste che è cornice ai Promessi Sposi.” Il Guarducci continua: "…il suo libro è una storia di personaggi dove è personaggio egli stesso insieme ai malati del lazzaretto”.
Cristoforo Ceffini nasce a Prato e ben presto entra a lavorare nell’amministrazione pubblica grazie al suo talento organizzativo e alle ottime qualità di gestore delle finanze pubbliche. Uomo di grande senso civico, accettò nel 1630 l’incarico di soprintendere insieme alla Compagnia del Pellegrino (la futura Misericordia), a tutte le operazioni necessarie al contenimento degli effetti della peste e altre incombenze; lo stipendio mensile fu pari a quello di un becchino. Il Ceffini non perse tempo, e iniziò un pericolosissimo “pellegrinaggio” in tutti i lazzaretti e ospedali allora presenti in città per rendersi personalmente conto della situazione. Attraverso il suo libro leggiamo interessantissime notizie riguardo ai malati ammessi e dimessi, le quantità e le qualità dei cibi da somministrare ai pazienti, ai “confinati nelle case serrate”, la vita sociale privata e pubblica di una città assediata dalla peste.
Inoltre è possibile sapere i dati riguardanti le case chiuse per contagio o per sospetto, la mortalità, i casi di guarigione e le sepolture, le misure sanitarie adottate e tutta la spesa della macchina organizzativa sostenuta dal Comune e dagli Enti civili e religiosi cittadini.
Oltre al difficile compito che gli fu assegnato, si occupava della gestione del flusso di denaro destinato all’emergenza sanitaria e ne regolò la distribuzione attraverso personali constatazioni, evitando così azioni di sciacallaggio da parte di persone senza scrupoli. Come se non bastasse, visto la sua grande onestà e il suo senso morale, il Ceffini durante la sua vita, rivestì cariche pubbliche e private di grande importanza. Nel 1627 lo troviamo come responsabile contabile presso l’Opera del Sacro Cingolo, nel 1628 revisore dei conti per l’Opera della Madonna del Soccorso. Nei primi mesi del 1629 fu Gonfaloniere del Comune di Prato, e da qui la nomina come Provveditore alla sanità. Tra il 1632 e 1633, per alcuni sporadici casi di peste, il granduca di Toscana, lo chiama a Firenze per l’ennesimo incarico di delegato sanitario; il Ceffini ovviamente accettò. Cristoforo di Giulio Ceffini muore nel 1642 e fu sepolto il 4 Luglio in S. Francesco.
Bibliografia: Giampiero Guarducci in Prato Storia e Arte n° 69, Dicembre 1986, “La misericordia di Prato attraverso i secoli”, di Giampiero Guarducci 1973.
Segnalo: ASP, Archivio Comune di Prato (a oggi accorpato a quello di Stato), Libro della sanità, n°427.