Ogni Giovedì Santo, per le strade di Comeana nel Comune di Carmignano si svolge la Processione di Gesù Morto Redentore, una manifestazione che colpisce nei numeri, nel sentimento e nel pathos che riesce a trasmettere a chi vi assiste, tre ore filate di scene incalzanti, con 600 figuranti e 60 cavalli.
La Processione di Gesù Morto Redentore di Comeana, frazione di Carmignano in Provincia di Prato è una rievocazione storico-religiosa che va oltre la classica Via Crucis, recitata per le vie del paese; una tradizione che risale al Medioevo, quando per spiegare al popolo la vita di Cristo o dei santi valeva più un’immagine di mille parole.
A organizzare questa grande rievocazione storica e religiosa è un comitato spontaneo di cittadini, che nelle settimane e nei mesi che precedono la festa si riunisce nelle stanze della Compagnia, di fianco alla chiesa parrocchiale del paese.
Tutta l’organizzazione si regge sul volontariato; un contributo importante arriva dall’ amministrazione comunale, dalla Provincia di Prato e dagli abitanti del paese. C’è chi pensa alla ‘regia’, perché oltre a pensare alle scene è necessario disporre seicento persone e sessanta cavalieri per strada, cosa per niente semplice: il corteo alla fine misura più di un chilometro e mezzo. C’è chi pensa al percorso. E c’è chi cuce i costumi o lavora a risistemare quelli più vecchi.
Tutta l’organizzazione si regge sul volontariato; un contributo importante arriva dall’ amministrazione comunale, dalla Provincia di Prato e dagli abitanti del paese. C’è chi pensa alla ‘regia’, perché oltre a pensare alle scene è necessario disporre seicento persone e sessanta cavalieri per strada, cosa per niente semplice: il corteo alla fine misura più di un chilometro e mezzo. C’è chi pensa al percorso. E c’è chi cuce i costumi o lavora a risistemare quelli più vecchi.
Non si sa di preciso quando la festa sia nata. Le sue origini furono comunque ispirate dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, che fu fondata nel 1599. La sera del giovedì Santo inizia in Piazza Cesare Battisti a Comeana con un processo, quello che nel sinedrio duemila anni fa vide protagonista in Palestina Gesù Cristo, e si chiude con la crocifissione, tra lampi e tuoni ricreati ad arte, il recitato in sottofondo scandito da un crescendo musicale e qualche migliaio di spettatori in assoluto silenzio. Nel mezzo ci sono sei chilometri di processione che attraversa tutte le strade del paese strada. Sfilano con Gesù Pilato, il presidente del Sinedrio Caifa, Giuda, Longino e Crocifero e poi in un turbine di colori, dal rosso al blu, dal giallo al bianco e al celeste, le donne palestinesi e le dame patrizie, i legionari.
Di seguito, con la banda, arriva la parte sacra e religiosa ed il carro della Madonna scortato dai Carabinieri. Fino alla Seconda Guerra Mondiale quest’ultima era la parte predominante. Poi, dopo la guerra e soprattutto dal 1982 in poi, quando la festa è ripresa dopo venti anni di interruzione, ha avuto il sopravvento la parte storica.
Questo evento offre anche la possibilità di scoprire Comeana da un punto di vista turistico e culturale che ha il suo cuore nel tumulo etrusco di Montefortini.