di Alberto Bonaiuti
La storia, come si sa, è fatta da singoli eventi che, grandi o piccoli che siano, influiscono nella vita sociale, culturale ed economica di ognuno di noi. Come l’onda di un eco infinito, noi contemporanei viviamo il nostro presente grazie a gesti e azioni avvenute decine e qualche volta centinaia di anni prima.
Angiolo Badiani, pratese, fu un protagonista di uno di questi episodi e fu grazie anche lui che si scongiurò una delle più grandi catastrofi della vita culturale e civile di Prato; l’abbattimento di Palazzo Pretorio.
Angiolo Badiani nacque a Prato il 16 Febbraio 1877, suo padre era segretario generale del Comune di Prato. Iniziò gli studi al Convitto del Cicognini, nel 1898 si laureò in giurisprudenza a Pisa e intraprese da subito la professione forense divenendo in breve, uno stimato e bravo avvocato. Nel 1906, a soli 29 anni, si candidò per le elezioni amministrative di Prato e ottenne l’incarico di consigliere, mentre l’anno successivo fu assessore per gli affari legali, carica che lo impegnò fino al 1919.
Dal 1929 al 1934, fu Presidente della provincia del capoluogo toscano; diede le dimissioni a causa di una serie di supposizioni che riguardavano la sua sfera personale. Ebbe interessi storici culturali che lo portarono a rivestire importanti ruoli dirigenziali in molte istituzioni della sua amata Prato.
Fu soprintendente delle Belle Arti e successivamente fu ispettore onorario per i monumenti per il territorio pratese, con Giulio Giani fu fondatore della Società Pratese di Storia Patria (editrice dell’Archivio Storico Pratese), fu presidente della locale sezione del C.A.I. (Club Alpino Italiano), della Misericordia, Croce Rossa, Cicognini, Biblioteca Roncioniana e dal 1935 fino alla sua morte, anche della Cassa di Risparmio di Prato.
Nel 1909 alcuni sciagurati personaggi proposero di abbattere Palazzo Pretorio ma grazie alle sue preziose consulenze artistiche, il nostro bellissimo simbolo fu salvato e restaurato (che sia d’esempio per altre odierne emergenze storiche del territorio pratese). Sempre in occasione del restauro di Palazzo Pretorio, l’avvocato pratese si fece donare gli scaffali della storica farmacia Guasti, per collocarvi le antiche ceramiche della farmacia dello Spedale Misericordia e Dolce.
Nel 1927, la cattedrale di Santo Stefano versava in pessime condizioni e Badiani si fece promotore per la creazione di un comitato cittadino per i restauri; anche in questo caso ebbe il ruolo di Presidente. Nel 1928, in occasione delle celebrazioni del Petrarca, fece riaprire in omaggio a Ser Convenevole da Prato, maestro del poeta, la cripta del Duomo dove era stato sepolto.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, le truppe tedesche trafugarono lo “Scettro del Gonfaloniere”, prezioso oggetto in argento di fine ‘500 e simbolo del potere civile del Podestà pratese. Il Badiani lo cercò per mare e per monti ma senza esito; furono i Bibliofili Pratesi a ritrovarlo negli anni ‘70, finito chissà per quale oscuro motivo nel capoluogo toscano. L’importante reperto storico pratese fu acquistato dai bibliofili stessi e donato al Comune di Prato.
Angiolo Badiani mise a frutto la sua preparazione culturale e artistica contribuendo a tantissimi restauri di edifici storici pratesi, scrisse innumerevoli saggi e studi, in seguito pubblicati dall’Archivio Storico Pratese, su opere d’arte e tesori celati nelle chiese di tutto il territorio pratese; si ricorda che tali studi si possono trovare presso la Biblioteca Lazzeriniana e Roncioniana. Angiolo Badiani, muore all’età di 73 anni il 28 Agosto 1950. (Foto Mazza del Gonfaloniere Archivio di Stato di Prato. Dal sito dell’Archivio).