In Piazza Duomo a Prato, di fronte al Palazzo Vescovile, troviamo Palazzo Dragoni, caratteristico per la presenza di 30 finestre sulla facciata dell’edificio.
L'edificio appartenne anticamente alla famiglia Dragoni che per stemma familiare aveva un dragone verde su sfondo rosso.
Palazzo Dragoni raggiunse la forma attuale solo nel 1800, ma è di origine settecentesca. Nel medioevo, come possiamo apprendere dall’Archivio storico del Comune, al suo posto c'era un’ antica torre medievale che fu distrutta nel 1293.
L’edificio è importante perchè qui, nel 1712 Giuseppe Bianchini fondò l’ Accademia degli infecondi che poi si trasferì nel 1830 in via Cesare Guasti cambiando nome in Società dei Misoduli, a sua volta trasferitasi in Palazzo Vai in tempi più recenti.
L’edificio è importante perchè qui, nel 1712 Giuseppe Bianchini fondò l’ Accademia degli infecondi che poi si trasferì nel 1830 in via Cesare Guasti cambiando nome in Società dei Misoduli, a sua volta trasferitasi in Palazzo Vai in tempi più recenti.
L’ Accademia degli infecondi era inizialmente un circolo letterario che sorse per offrire ai cittadini un luogo di ritrovo. Poi però l’attività letteraria declinò per lasciare spazio al Casino dei cittadini, fu così chiamata la sezione ricreativa del circolo con balli e feste.
Palazzo Dragoni passò quindi ai Taddeucci, ai Panichi, che lo restaurarono e infine alla famiglia Ciabatti. Anticamente in questo luogo esisteva un cimitero: sono state infatti ritrovate sotto il palazzo monete raffiguranti Carlo Magno e altri oggetti carolingi.
Biblio: Aldo Ciampolini – Prato Arte Storia n°22 1968. Dall’Accademia degli infecondi alla Società dei Misoduli, Renzo Fantappiè - Il Bel Prato, Dizionario di Prato – Pier Francesco Listri 2000.