di Maurizio Bini (G.A.O.)
Alla confluenza tra il torrente Marinella e il Bisenzio, nella parte Est di Prato, incontriamo il borgo medievale duecentesco di Gonfienti (gonfluentia=confluenza dei due fiumi) dove è stata ritrovata una città etrusca di grandi dimensioni.
La posizione della città etrusca è a sole poche centinaia di metri dal casello A11 Prato Est, è a circa un chilometro e mezzo dalla stazione ferroviaria Prato Centrale, a due chilometri dal centro storico di Prato e a nove chilometri da Firenze.
La città etrusca sul Bisenzio di Gonfienti venne alla luce nel 1997 grazie alla tempestiva segnalazione di un appassionato di nome Silvio Biagini.
La situazione si evolse però durante la costruzione dell' Interporto della Toscana centrale nella zona; mentre si realizzava un bacino di compenso, apparvero infatti muri perimetrali di strutture abitative. Immediatamente iniziarono le indagini da parte della Soprintendenza della Toscana e ben presto ci si rese conto dell' importanza e della grandezza di quest'area archeologica.
Durante gli anni gli scavi proseguirono in altri lotti della zona interessata; gli archeologi individuarono il centro dell'abitato iniziando a scavare una domus di straordinaria dimensione (circa 1460 mq).
Si tratta della più grande domus etrusca conosciuta, basti pensare che le domus di altre città gemelle come Marzabotto, sono di metratura molto inferiore.
All’interno, sono venuti alla luce preziosi reperti: le antefisse in terracotta di produzione locale che ornavano il tetto della domus, buccheri di pregevole fattura, ceramica attica e il più importante reperto sino ad ora scoperto "il piatto di Douris" famoso artista greco di quel periodo, della cui opera abbiamo attestati pochissimi reperti.
Dobbiamo tenere in considerazione che l'area archeologica di Gonfienti è di circa 17 ettari e per ora solo una minima parte è stata scavata. Nelle immediate vicinanze della città, gli archeologi hanno ritrovato preziose testimonianze dell'età del bronzo con il rinvenimento di manufatti in terracotta di straordinaria bellezza: probabilmente si tratta della civiltà Terramare, popolazioni dell’età del bronzo che si erano organizzate in città.
Ma la cosa che ha fatto di più stupire gli archeologi è l'urbanizzazione e l'orientamento che caratterizzava la città etrusca di Gonfienti è ciò si può notare osservando la disposizione delle strade che attraversavano la città stessa.
L'urbanizzazione era basata rigorosamente al Cardo e Decumano e tutte le strade della città erano costeggiate da canalette di scolo per il drenaggio delle acque con strade larghe addirittura dieci metri che recano ancora impresse sul selciato le impronte dei carri e dei convogli.
La città etrusca è orientata e inclinata in maniera diversa dal resto dell’urbanizzazione della piana Firenze, Prato, Pistoia, di fondazione romana: Gonfienti infatti ha un’inclinazione Est – Ovest di 45° rispetto alla piana e ciò indica un insediamento precedente e di diversa origine.
Gli studiosi trovavano difficile spiegare questa inclinazione e la scoperta della città etrusca di Gonfienti svela una strepitosa realtà; il territorio pratese per tutto il suo comprensorio era già stato sistemato molto prima da questi opulenti popoli etruschi, conosciuti da tutti come abili bonificatori e anche il sistema delle gore pratesi va rivisto sotto questa nuova ottica.
Alcuni eruditi e appassionati come l’architetto Giuseppe Centauro hanno proposto ipotesi affascinanti individuando questa scoperta come la mitica città di Camars e che vi sia la possibilità di ritrovare i resti della tomba monumentale di Re Porsenna.
Per ora restano solo ipotesi ma la grandezza e la ricchezza che può offrire l'area di Gonfienti è veramente elevata, perchè attorno alla città etrusca, specialmente sui monti della Calvana, esiste un reticolato di muri giganteschi che si prolungano per svariati chilometri e la cui origine è sempre stata di difficile interpretazione.
La città di Gonfienti era collegata con Pisa per via fluviale sfruttando i fiumi Bisenzio e Arno con lo sbocco sul mar Tirreno, non dobbiamo infatti trascurare la viabilità pedemontana Cassia-Clodia ad Solaria che lambisce i confini a Nord Est della città etrusca.
Considerazioni
Servono volontà forti per incentivare investimenti come accade in altre realtà archeologiche della Toscana (navi di S.Rossore a Pisa, il Sodo a Cortona) dove agli scavi e alla manutenzione dei siti contribuiscono banche enti pubblici e privati.
Di fondamentale importanza è però l'immediata realizzazione di un museo archeologico cittadino che ovviamente contribuirebbe alla tutela, salvaguardia, valorizzazione e esposizione dei materiali raccolti, un museo all'avanguardia in grado di attirare migliaia di turisti, appassionati e studiosi da tutto il mondo, un investimento non solo culturale ma anche di natura economica.