Il 29 Agosto del 1512 accadde a Prato uno degli avvenimenti più tragici della storia della città, quello che è poi passato alle cronache come Sacco di Prato.
Le truppe spagnole guidate da Raimondo de Cardona (oggi sepolto nella Chiesa parrocchiale di Bellpuig in Catalogna) entrarono in città e la misero sotto assedio per 22 giorni, i 22 giorni forse più lunghi della storia della città.
Gli storici parlano di un numero variabile tra i 2000 ai 6000 morti, (all'epoca Prato ne possedeva 12000), con enormi ripercussioni economiche anche negli anni successivi.
Disegno raffigurante il Sacco di Prato |
Torniamo però indietro ai motivi che spinsero l'esercito Spagnolo della Lega Santa ad intervenire a Prato.
Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico (1492) a Firenze era arrivata la Repubblica Fiorentina instaurata da Girolamo Savonarola (1494), ma nel Congresso di Mantova del 1512, Papa Giulio II aveva stabilito di far tornare i Medici a Firenze, sotto pressione del Cardinale Giovanni de' Medici e anche per contrastare il potere dei Francesi, alleati della Repubblica.
Inizialmente le truppe della Repubblica Fiorentina avrebbero dovuto difendere Prato con circa 10000 uomini guidati dal segretario Machiavelli. Quest'ultimo però il 26 Agosto del 1512, scrisse al Podestà di Prato che invece dei 10000 soldati promessi, ne sarebbero bastati 2000. Firenze abbandonò così Prato al suo destino per scelta strategica.
Dopo aver raziato le vicine Calenzano e Campi Bisenzio, gli Spagnoli si diressero verso Prato.
La breccia nelle mura venne aperta con cannonate alla Porta del Serraglio dopo un tentativo nei pressi di Porta Mercatale, poi gli spagnoli riuscirono a passare scavalcando le mura. Vennero saccheggiate le chiese dove si era rifugiata gran parte della popolazione.
Le cronache parlano anche di un prodigio avvenuto nel Monastero di San Vincenzo dove apparve la Madonna dei Papalini. Tre capitani dell'esercito spagnolo che erano entrati nel convento con numerosi soldati dovettero inginocchiarsi e deporre le armi. L'apparizione salvò le monache presenti dalla morte sicura e ancora oggi questo "miracolo" viene celebrato ogni 29 Agosto.
Dalla Chiesa di Sant'Anna in Giolica, il cardinale Giovanni de' Medici osservava intanto l'evolversi dell'assedio.
Le cronache parlano anche di un prodigio avvenuto nel Monastero di San Vincenzo dove apparve la Madonna dei Papalini. Tre capitani dell'esercito spagnolo che erano entrati nel convento con numerosi soldati dovettero inginocchiarsi e deporre le armi. L'apparizione salvò le monache presenti dalla morte sicura e ancora oggi questo "miracolo" viene celebrato ogni 29 Agosto.
Dalla Chiesa di Sant'Anna in Giolica, il cardinale Giovanni de' Medici osservava intanto l'evolversi dell'assedio.
Il 19 Settembre gli Spagnoli lasciarono la città, pochi giorni dopo la Repubblica Fiorentina si arrese e spalancò le porte della città agli spagnoli senza spargimenti di sangue, i Medici ritornarono a Firenze. Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, l'anno successivo venne eletto con il nome di Papa Leone X.
(Foto tratta dal sito dell'Istituto di Studi Storici Postali ISSPI di Prato, Bib. Prato Storia e Arte "Il sacco di Prato" di Cecilia Hewlett, Cesare Guasti "Il Sacco di Prato e il Ritorno dei Medici in Firenze").
(Foto tratta dal sito dell'Istituto di Studi Storici Postali ISSPI di Prato, Bib. Prato Storia e Arte "Il sacco di Prato" di Cecilia Hewlett, Cesare Guasti "Il Sacco di Prato e il Ritorno dei Medici in Firenze").